(Venezia) "Una versione deformata di Cenerentola" è il modo in cui William Friedkin descrive il suo nuovo film, Killer Joe, che è anche la sua seconda collaborazione con il drammaturgo Premio Pulitzer Tracy Letts, dopo la magnifica love story allucinogena/claustrofobica di Bug.
Anche Killer Joe ha una qualità allucinatoria, iperrealistica: Letts ama il denso gotico meridionale di autori americani come William Faulkner o Tennessee Williams, che condisce di una qualità pulp estrema che ha fatto paragonare questa pièce - messa in scena per la prima volta nel 1993 - a Blood Simple, l'esordio dei fratelli Coen. Ai testi incandescenti di Letts, Friedkin aggiunge la precisione inflessibile del suo sguardo, la volontà di esplorare gli angoli più scomodi, inconciliabili dell'(in) umanità e il ritmo irripetibile del suo cinema che insegue il non senso del mondo nell'inafferrabile punto d'incontro tra una inquadratura e l'altra - che si tratti di un folle inseguimento per le strade di New York e Los Angeles, o di filmare il diavolo in una stanza.
Si chiama Dottie ed è interpretata da Juno Temple (figlia del grande regista inglese Julian Temple) e ha vent'anni la Cenerentola di Killer Joe. Bionda, occhi azzurri sgranati, baby doll Anni '60 proietta la verginità e l'innocenza di una bambina, o di chi vive a cavallo tra la realtà e un mondo alternativo, un po' fiaba e un po' trash tv.
Nella fatiscente casa roulotte dove vive suo padre (Thomas Haden Church), la matrigna (Gina Gershow) e suo fratello Emile Hirsh, pensano tutti che lei sia un po' 'lenta'.
Il principe azzurro che cattura la sua immaginazione è Joe (Matthew McConaughey, finalmente in un ruolo diverso da quelli fatti fino ad ora!), un poliziotto che ogni tanto presta servizi da killer.
Non vi è nulla di romantico nella fredda cortese e minacciosa cordialità, professionalità di Joe che accetta di uccidere la madre della ragazza perché il resto della famiglia possa incassare la sua assicurazione sulla vita. Ancora meno romantico: quando i soldi per pagare in anticipo l'omicidio si rivelano un problema e quindi Joe decide che Dottie può funzionare come una sorta di pegno.
Il male, raccontato da Friedkin e Letts non è solo banale ma anche stupido, il che fa di Killer Joe - girato in Louisiana ma ambientato in un Texas depresso di colori ipersaturati e suoni lancinanti - una commedia perversamente noir e una sarcastica fiaba horror.